Bozena Krol Legowska

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Bozena Krol Legowska

Nata a Zakopane (PL). Il padre le ha tramandato la passione e l’amore per le belle arti che determineranno il suo percorso artistico e tutta la sua vita. In seguito frequenterà la scuola d’arte dove conseguirà il diploma con la specializzazione in progettazione e realizzazione di tessuti artistici, negli anni a seguire conseguirà anche una specializzazione in tecniche pubblicitarie e marketing. Dalla fine degli anni ’90 si dedicerà alla pittura su vetro, una tecnica primitiva che l’artista intraprende per poterla poi riproporre in uno stile contemporaneo. Nella sua mente ricorreva spesso l’idea di sfidare la pietra, scovare dentro questa dura materia forme sinuose e spontanee nascoste e liberate dalle sue mani, nel 2001 durante uno dei suoi viaggi in Italia questa idea si tramuterà in realtà e inizierà cosi il suo incessante confronto con la scultura. La giovane artista si lascerà ammaliare dai giochi di luce, dalle venature e dalla durezza delle pietre che va sperimentando di volta in volta, per giungere finalmente a liberare dalla stretta del supporto le più diverse forme. E allora prendono vita i corpi scolpiti nei loro stati d’animo, volti misteriosi dal fascino austero, enigmatiche raffigurazioni astratte. Nell’assecondare con la sua abile mano il naturale aspetto della pietra grezza, senza alcuna forzatura, si pone dal punto di vista di riservare un totale rispetto per l’intrinseca natura di essa (“Mi piace essere umile e lasciarmi guidare dalla pietra” – dice – “E’ lei che mi permette di muovermi verso questa o quella direzione. Io sono in ascolto dei suoi suggerimenti”). La curiosità suscitata dalla scultura, eletta ad ulteriore stimolo per la sua irrequieta indagine artistica, ha espanso i contorni dell’universo metafisico consentendole di cucire l’immanenza antropica con il fil rouge della ricerca personale, passando per l’ordito dell’Arte ad immortalarne il dinamismo. Dinamismo che così sprigionano, indistintamente, le linee morbide dei sinuosi violini, i soggetti femminili sorpresi in atti di sofferenza o di irresistibile seduzione, i pieni ed i vuoti avvinghiati alla materia. Nel 2003 l’artista si trasferisce nella Maremma Toscana. Dopo diversi anni di un continuo approccio con la scultura arriva la voglia di cambiamento, la ribellione che deve dare sfogo con voce di denuncia...L’artista da tempo si dedica alla raccolta di materiale riciclabile, vecchie TV e monitor PC che trasforma in una serie di grafiche (graffiti), installazioni illuminate che raccontano ironicamente il mondo contemporaneo...“Fiabe mediatiche”.

A native of Zakopane, Poland, a small town at the foot of the Tatra mountains. The daughter of a noted artist father who instilled in her a passion for and appreciation of the fine arts, and ever since shaping her artistic path and life. Later she would attend art school where she earned a degree with a major in textile design. In the following years she also earned a degree in public relations and marketing. Beginning in the late 1990s she dedicated herself to glass painting, an ancient technique region; she tackled this art form giving it a modern twist. All the while she had this recurring idea to challenge stone as a medium, trying to uncover within this hard material the hidden sinuous and spontaneous forms unleashed by a woman’s hands. In 2001, during a vacation in Italy this dream became a reality as she began her unending quest with sculpture. In 2003 the artist relocated to Saturnia. Later came the desire for change, a rebellion that provided an outlet for the voice of dissent. And so it was that the artist devoted herself to recycled materials, old PC and TV monitors which transform in a graphic series, illuminated installations that speak of modern society in an ironic way, “Media Fairytales”.

                                                                                                                                                                                                                        


 

 

 

 

 

 Vittorio Sgarbi e Tropaeum

 

 

 

 

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